LA COLLERA

La collera, come le altre emozioni fondamentali di Darwin (gioia, sorpresa, tristezza paura, disgusto)sono meccanismi involontari ed ereditati da un passato ancestrale.

Non solo: hanno favorito la sopravvivenza della specie. Parliamo di specie: non esiste una collera papuana, svedese, messicana o altro. Lo studioso Eckman è andato n giro per il mondo con delle foto del volto di persone di vari popoli, incollerite. Ogni popolo riconosceva l’emozione provata dalla persona della fto, immancabilmente: è arrabbiato.

Possiamo dire che la collera è un istinto –modernamente diciamo Sistema Motivazionale Innato- e in quanto istinto ha due caratteristiche: una meta, o scopo, raggiunto il quale l’istinto si placa.L’emozione è un fenomeno psico-corporeo. L’emozione si accompagna sempre anche a sensazioni corporee.

Diversi sondaggi in vari paesi hanno chiesto alle persone di descrivere come si sentono quando solo in collera. “Un senso di calore” è quanto ricorre di più.In trentun paesi dei cinque continenti i soggetti interrogati hanno citato gli stessi sintomi:

-aumento del tono muscolare, in particolare delle braccia, spesso con la tendenza a stringere i pugni.

-i vasi sanguigni periferici si dilatano, il volto si arrossa, aumenta la temperatura cutanea delle dita (che invece si abbassa in caso di paura)

-aumentano il ritmo respiratorio, la frequenza cardiaca e la tensione arteriosa.

Da qui capiamo che i collerici vano incontro a un maggior numero di incidenti cardio-vascolari

Eppure questi fenomeni on captano per caso. In questo stato, la persona è nella condizione ideale per attaccare e fuggire. Il corpo è nello stato ideale per lottare. Grazie a questo istinto, i nostri antenati sono sopravvissuti lungo migliaia di anni…

Ma tutti quegli anni sono passati e le condizioni di vita dell’essere umano sono cambiate, anche se l’istinto e la sua fisiologia è rimasta identica. Dovevano cacciare belve o eliminare gruppi avversari: oggi ci riempono di collera i capoufficio, i colleghi, la famiglia, gli amici, contro i quali non possiamo ricorrere a bastonate, stroxxmenti lotta corpo a corpo…la rabbia per l’uomo moderno va modulata. Ricorriamo ad aggressioni verbali, ma molto spesso la situazione relazionale è tale che non possiamo sfogare la rabbia.

Non ci si calma davvero (bisognerebbe sfogare lo stato di tensione fisica9, si trattiene la rabbia, che rimane rabbia repressa, rancore, ostilità cronica e negativismo.

La rabbia fa parte del Sistema Motivazionale Istintivo (SMI) agonistico, che comprende due comportamenti principali: l’attacco e la fuga.Ha la finalità del difendere se stessi e il proprio spazio vitale, con il diritto alla realizzazione di sé in armonia con la realizzazione altrui.

In un gruppo, la collera ha la funzione di creare gerarchie: il più forte, o intelligente, guiderà il gruppo. Stabilita la gerarchia, l’azione dell’istinto, cioè combattere, cessa, perché l’istinto ha raggiunto la sua meta.

Le emozioni sono legate alla Intelligenza Emotiva1. Nell’Intelligenza emotiva collaborano i due cervelli, quello più antico, istintivo,detto anche rettiliano, che conosce solo due possibilità di scelta, “mi piace-non mi piace”; di una cosa:“va bene-non va bene”. E quello capace di riflessione e consapevolezza, la neocorteccia.

Il cervello antico da’ risposte immediate; la neocorteccia può avere la visione d’insieme di una situazione e la esamina per trovare la risposta più adatta, “intelligente”.

Nasciamo con dei Sistemi Motivazionali Innati, che organizzano le nostre emozioni. Sistema di Attaccamento, di Accudimento, di Cooperazione, Agonistico, Sessuale.

Perché gli istinti e le emozioni ad essi connesse funzionino in maniera appropriata e utile al gruppo sociale, però, occorre che nel primo anno di vita i bambini siano cresciuti in un modo sano, che vengano accuditi nei loro bisogni, che il caregiver sia in sintonia con i suoi stati fisiologici e psichici, che il loro essere venga compreso, rispecchiato: che il bambino non riceva traumi, ferite, ma possa vivere ed esprimersi senza scissioni psichiche, essendo quello che è. Amando ed essendo amato, libero di esprimersi e di essere ascoltato.

Sono quattro gli stili in cui un bambino può crescere: sicuro, insicuro evitante, insicuro resistente, disorganizzato. Ognuno di questi stili ha una rappresentazione del bambino con l’altra persona. Il bambino sicuro sa che il mondo è un posto benevolo, dove i suoi bisogni vengono soddisfatti e lui è amato e al sicuro.

Gli altri stili non sono così – non ne parleremo adesso, ora ci interessa sottolineare come le emozioni del bambino sicuro crescono con lui permettendogli di crescere anche nella coscienza. Solo il bambino sano, non traumatizzato, userà le facoltà della neocorteccia per vivere con l’aiuto della propria intelligenza emotiva, cioè, in sintesi, della cooperazione tra ragione ed emozioni.

Il bambino sicuro (secondo lo studio di Mary Ainsworthy usa l’istinto per la meta propria dell’istinto: per esempio difendere il proprio territorio. Una volta ottenuto ciò l’istinto si placa. I bambini classificati non come sicuri, possono invece continuare ad attaccare anche dopo aver già vinto; sottomettersi a bambini più aggressivi senza tentare di difendersi a tutti i costi. L’istinto, in loro, continua ad agire anche quando la meta è stata raggiunta. Ecco perché, tra gli adulti la lotta può diventare crudele e anche mortifera.

Sopra abbiamo elencato cinque caratteristiche dell’intelligenza emotiva. L’una è più importante dell’altra per la crescita dell’essere umano maturo. E, ripetiamo, solo il bambino cresciuto con affetto, rispetto, armonia, sintonizzazione, davvero visto e ascoltato, potrà diventare un essere umano maturo, utile a sé e agli altri. Capace di usare le opere della coscienza, il cervello della neocorteccia.

Il bambino sano persegue gli obiettivi di cui è convinto, malgrado le difficoltà: e così l’adulto.

La difficoltà di controllare gli impulsi ci riporta al fatto che molti ragazzi traumatizzati (e adulti) agiscono con un’aggressività perversa e crudele, non con l’aggressività Innata (Sistema motivazionale agonistico) che si autoregola e agisce a favore del gruppo. I disturbi dell’alimentazione fanno parte della difficoltà di controllo dell’impulso; come pure le molestie e la violenza sessuale.

I ragazzi che ottengono i migliori risultati scolastici sono quelli capaci di rimandare le gratificazioni!

L’empatia, come abbiamo detto, è il filo dorato che tiene unite le persone in modo che vi sia comprensione e affetto gli uni per gli altri; la capacità di sperare è quella che ci permette di costruirci una vita e delle relazioni , delle conoscenze, degli scopi, con un senso positivo.

Ma, come abbiamo detto, l’Intelligenza Emotiva quella che consente la sviluppo della Coscienza, presuppone non aver avuto traumi fin dalla nascita. L’Intelligenza Emotiva è in grado di sviluppare un gruppo umano solidale e cooperativo. Ma Siamo stati traumatizzati, in modo grave, e continuiamo a esserlo:il Pianeta è pieno di guerre, di sfruttamento, di inquinamento, di conflitti di ogni genere, di creazione di oggetti superflui e fatui che confondono anziché creare serenità e felicità.

Due modi principali per gestire in modo errato la collera:

l’esplosione: lasciarla esprimere in modo incontrollato. Si possono ottenere risultati immediati, ma a lungo termine i rapporti con gli altri si deteriorano

-l’inibizione: reprimere la collera dissimulandola all’altro, e anche a se stessi. Il rancore aumenta e si rischia di “esplodere” il modo e momenti inopportuni. Gli altri possono fraintenderci prendendoci per un individuo che si può contrariare senza timore.

La migliore soluzione della rabbia reciproca è uno stato in cui si è spinti dalla collera con la meta di preservare l’affermazione di sé;senza che “il cervello rettiliano” sopraffaccia le facoltà della neocorteccia, che riflettono per trovare una soluzione al conflitto.


  1. Ci rendiamo conto di quando una emozione ci afferra tanto che non riusciamo più a pensare, o pensiamo solo a quell’emozione?
  2. Siamo abituati a fissarci degli obiettivi, piccoli o grandi, e a capire il vantaggio di avere degli obiettivi?
  3. Abbiamo la sensazione , nei momenti in cui proviamo empatia, che il nostro mondo si amplia e si arricchisce?

Vi è facile comprendere cosa sta avvenendo nel corso di una relazione, lasciarsi emozionare dalla musica o dalla bellezza, provare sentimenti ricordando particolari episodi passati